La settimana di… Laila Cresta

Bentornati alla nostra rubrica “La settimana di…” che oggi ospita Laila Cresta, autrice per Antipodes di “Una sconvolgente estate. Nel mar delle Cicladi”. Una passione ancestrale per la scrittura (padre e madre collaboratori di testate nazionali), e un grande amore per l’insegnamento (42 anni d’amore), in Laila Cresta sono sfociati presto in un’attività letteraria che da saltuaria è ormai diventata esclusiva.

Rivierasca ligure di levante, per questa autrice il mare non poteva che essere un’altra passione. Spesso il rumore delle onde fa da sfondo alle sue storie e per questo la Cresta definisce i propri romanzi dei “noir azzurri”. Lo sono quasi tutti.

La passione per l’insegnamento le ha fatto pubblicare diversi saggi: sulla poesia, sull’haiku, sulla grammatica italiana, sull’educazione. L’ultima pubblicazione (“La Nebulosa Grammatica”, 2019, e-book Delos Digital) è la digitalizzazione di un testo di lettura e di grammatica fatto in classe coi bambini.

Iniziamo con una domanda sull’ambientazione di “Una sconvolgente estate”:  il mar delle Cicladi. Come mai proprio lì?

Il mare è mio: sono rivierasca ligure di Levante, e abito a Genova da quando ero piccola. Genova, la città dei “Conservatores Maris”In realtà, nel romanzo si dice che quello delle Cicladi è “il mare da cui vergine nacque Venere”. Si dice che “nei fondali della Grecia si può trovare tutto quello che ha navigato dal neolitico a oggi”. Insomma, l’impero cicladico è l’origine della civiltà occidentale. Tutti i popoli mediterranei sono figli dei cicladici. E’ un po’ come tornare a casa.22112018164142145

L’amore per tutti gli animali è evidente nel Tuo romanzo. Ce n’è uno che preferisci o con il quale ti senti più in sintonia?

Gli animali? Non saprei… Mi piacciono davvero tutti: le tigri e le loro prede, i cavalli. I cani e i gatti e gli insetti. Ho avuto dei cani meravigliosi: una simil-setterina mi ha fatto da girello (mi appendevo al suo pelo per camminare). Una lupa mi ha salvato da un maniaco, a 15 anni. Un barboncino svegliava mio figlio bambino per dargli lo spruzzino, quando aveva un attacco d’asma… I miei cani sono sempre stati un po’ prepotenti (li vizio) ma l’unico cane aggressivo che io abbia mai avuto (aveva già un anno, quando l’ho preso) ha smesso di esserlo in poco tempo.

L’insegnamento, è stata una parte molto importante della tua vita. C’è qualcosa che, in tanti anni di carriera,  ti ha colpito particolarmente?

Io amo i bambini, ed ero molto ottimista, una volta. I bambini sono il futuro. Danno un senso al mondo e alla vita. Ho conosciuto bambini importanti, bambini tollerati e bambini che erano solo un fastidio, per gli adulti. O magari solo un mezzo. E’ stato un trauma scoprire quanti bambini ci siano che non sono stati voluti. Non lo credevo. Non dal XX secolo, almeno, non nelle società moderne. Non capisco chi non vuole figli, ma li rispetto… se non ne fanno.

Cosa rappresenta, invece, per te la scrittura ?

La scrittura, da bambina, è stata una meravigliosa conquista: ero disgrafica. Poi, a me è sempre piaciuto raccontare: alla bisnonna, al nonno, ai cuginetti, al fratellino, e poi a tutti i bambini che mi capitavano a tiro. Scrivere per me è raccontare a una platea più vasta.

Se “Una sconvolgente estate” diventasse un film, da chi vorresti fosse diretto?

Oddio, che domanda… Ci sono buoni registi giovani, che forse sognano ancora. Cesco è un giovane. Altrimenti, dovrebbe essere uno tanto famoso da lavorare solo per gusto, senza troppe concessioni allo show business. Ma se qualcuno facesse di Caterina una poco di buono, mi arrabbierei moltissimo!

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